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«Canto pensando a Daniela»

Il tenore Fabio Armiliato a Monfalcone con “Recital Cantango”di Alex Pessotto

S’intitola “Recital Cantango” lo spettacolo in scena venerdì, alle 20.45, al Comunale di Monfalcone, con protagonista il tenore Fabio Armiliato, già applaudito in più occasioni tanto alla Scala quanto al Metropolitan sotto la guida di direttori quali Riccardo Muti, James Levine, Lorin Maazel.

Maestro Armiliato, come nasce “Recital Cantango”?

«È un progetto che è nato diversi anni fa e comincia proprio con l’amore che ho per il melodramma e per come intendo l’opera lirica: la madre di tutti i generi musicali. E la canzone del tango ha una radice belcantistica italiana che forse non è mai stata approfondita e mi legittima a proporre un connubio tra la vita di alcuni cantanti d’opera che hanno vissuto negli anni Trenta a Buenos Aires e la nascita di un mito del tango: Carlos Gardel».

Sottotitolo dello spettacolo è “Omaggio a Schipa e Gardel: Opera e Tango”…

«Una figura è stata determinante nel connubio di cui parlavo: quella del tenore Tito Schipa, che ha vissuto a Buenos Aires per molti anni ed è stato anche maestro di canto di Gardel, il quale voleva diventare cantante d’opera ma si è poi indirizzato verso un genere più leggero. Gardel ha inventato lo stile della canzone del tango ma portando in questo stile tutto il patrimonio del belcanto italiano».

In cosa consisterà lo spettacolo?

«Una voce recitante porterà il pubblico a ripercorrere quelle che sono le tappe della vita degli emigrati italiani e di altri Paesi. Lo spettacolo proporrà quindi tre segmenti: il tango raccontato attraverso le canzoni che si svolgono all’aperto, il tango che si balla nelle milonghe o nei bar e, nella terza sezione, la nascita del cinema sonoro, determinante per la diffusione del tango. Ci saranno poi delle proiezioni per comprendere il contesto, mentre io canterò le canzoni più belle del tango di quel tempo tra cui due scritte da Tito Schipa. In scena quattro musicisti (piano, bandoneon, contrabbasso e violino) oltre a due ballerini di tango-teatro. Sono stato io a scrivere, a inventare questo spettacolo, coinvolgendo Fabrizio Mocata (che sarà al pianoforte), il quale mi ha dato una mano con gli arrangiamenti originali di musiche, appunto, in Italia poco conosciute».

Lei è stato a lungo il compagno del soprano Daniela Dessì. Nello spettacolo, le capita di pensarla o tutte le sue attenzioni vengono assorbite dalla musica?

«Il progetto è nato anche con Daniela e nello spettacolo la ricordo perché cantava sempre con me “El día que me quieras”, un duetto scritto

da Gardel. Daniela ha sempre vissuto con me la passione per il tango. Lei è forte nel mio cuore. Abbiamo trascorso assieme diciassette anni meravigliosi non solo nella vita privata ma anche sul palcoscenico: abbiamo fatto assieme 400 recite».

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